venerdì 29 gennaio 2021

Recensione libro "Il diario del silenzio" di Martina Vaggi


"E' stato come se il mondo, a un certo punto, ci avesse messo di fronte un enorme specchio, costringendoci a guardarci dentro tutto il giorno. Senza maschere. Senza un lavoro che ci tenesse impegnati costantemente"


"Ho trascorso due mesi a cercare persone che avessero vissuto esperienze. Le ho trovate, le ho ascoltate, le ho custodite dentro di me. Ogni loro esperienza io l'ho vissuta attraverso i loro occhi. Mi sono immersa completamente nella loro vita attraverso le loro parole. Tutto quello che loro mi raccontavano io lo assorbivo, diventava come inchiostro sulla mia pelle. E io ho usato quell'inchiostro per scrivere di loro".

[Martina Vaggi]




RECENSIONE: E' stato difficile per me leggere questo libro, e mi trovo ancora più in difficoltà a scriverne una recensione; questo semplicemente perché in queste pagine si parla di vita vera, di storie e sentimenti che tutti noi abbiamo provato in un modo o nell'altro. 
"Il diario del silenzio" è una raccolta di racconti, o meglio, di storie e testimonianze di persone comuni, bambini, ragazzi, anziani, ma anche infermieri, medici, farmacisti, volontari ed altri professionisti di diverse regioni italiane che, a causa del Coronavirus, da un giorno all'altro si sono ritrovati a vivere una quotidianità diversa da quella alla quale erano abituati. Una quotidianità fatta di mascherine, guanti, isolamento e tanta paura. 

[...] Nulla di nuovo, quindi, rispetto alla normalità della vita di Paolo in caserma. Nulla di nuovo, a parte il cambio dell'orario. E il fatto che fuori ci fosse un silenzio di tomba. Nulla di nuovo, a parte il suono, persistente e continuo, delle ambulanze che continuavano a passare in città. A parte questo, nulla di nuovo, davvero".

Nel marzo scorso,come tutti sappiamo, è arrivato in Italia questo virus terribile, che ha inghiottito le vite di tutti noi ed è diventato l'ostacolo più grande per ogni lavoro, progetto e attività. Il libro, che descrive perfettamente ciò che è accaduto attraverso gli occhi di tante persone che hanno deciso di condividere la loro personale esperienza, è diviso in tre macro capitoli, a ciascuno dei quali corrisponde una diversa fase della quarantena: "l'inizio", "resistere" e  "la riapertura". Si tratta di un vero e proprio diario che va dal 21 febbraio 2020, giorno in cui è stata indetta la prima zona rossa a Codogno, in Lombardia, fino al 10 agosto 2020, quando ormai la quarantena sembrava solo un ricordo lontano. 


...in quei giorni la tv era sempre accesa, le notizie che si susseguivano portavano agitazione, scompiglio. 

"Misure di contenimento del contagio". Una frase che sembrava quella di un film. Filomena non avrebbe mai potuto crederci, se non l'avesse letta su un documento ufficiale.

 


Nel primo capitolo viene descritta la situazione nei primi, terribili giorni, durante i quali le persone vengono costrette a casa per limitare i contagi, mentre medici ed infermieri si ritrovano a curare pazienti affetti da una malattia di cui sanno ancora troppo poco... Pazienti, nella maggior parte dei casi anziani, che oltre ad essere malati si ritrovano anche soli, distesi su un letto di ospedale, senza nessun parente a stringere le loro mani e a dare loro conforto.

Mentre apriva la porta per uscire sentì ancora il paziente dire: "Io ho paura. Mi sento solo". Alessandra ricacciò indietro le lacrime, proprio mentre la porta si chiudeva alle sue spalle. Nell'arco di quella notte aveva capito che a loro non veniva chiesto solo di fare il ruolo degli infermieri. Loro dovevano essere molte cose: professionisti, parenti e accompagnatori della solitudine più nera di quelle povere persone. 

 


 In questa raccolta non sono solo i fatti ad essere al centro dell'attenzione, ma anche i sentimenti: inquietudine, ansia, tristezza, impotenza, paura. Già...la paura. Quel sentimento che si è impossessato di tutti noi fin dai primissimi giorni. Una paura dettata, nella maggior parte dei casi, non dal virus e dal pericolo di essere contagiati, ma paura delle conseguenze di quell'isolamento forzato... paura di sè stessi, come afferma una terapeuta, intervistata dall'autrice di questo libro: 

La cosa che aveva notato in quelle settimane dove aveva lavorato più del solito era che qualsiasi tipo di problema una persona avesse avuto in precedenza, adesso si era accentuato a dismisura. Il mondo intero si era fermato ma le persone avevano cercato di continuare a muoversi.  I problemi dentro ognuno di loro si erano ingigantiti come se reclamassero, finalmente, l'attenzione che meritavano. Come se fosse finalmente arrivato il momento di risolverli.


 Nella seconda parte, che inizia dalla fine di marzo, sono raccolte le storie di quelle persone che in un modo o nell'altro, non si sono arrese: volontari che hanno deciso, ad un certo punto, di mettersi al servizio dei più bisognosi; liberi professionisti che, pur di portare avanti il loro lavoro, hanno deciso di digitalizzarsi il più possibile, ricorrendo allo smart working, lezioni scolastiche e addirittura corsi sportivi tenuti online, per cercare comunque quel briciolo di normalità quotidiana di cui tutti avevamo estremo bisogno. 

-"Allora, bambini, abbiamo finito di disegnare i cuori?"                                                       Ci fu uno scoppio di "Siii!" detti tutti in coro.                                                                         - "Bene, allora alziamo i disegni, mostriamoli a tutta la classe!"                                           Così fecero. Lo schermo si riempì di cuori disegnati nella maniera più personale e stramba possibile. Fu una sensazione strana quella che provò Veronica in quel momento: era strano pensare che tutto il mondo non fosse in quella stanza, i  quei cuori disegnati con tanta cura. 


 Nella terza parte, quando la quarantena è giunta finalmente a termine, sono raccolte le testimonianze dei primi, timidi segnali di ripresa. Tra i mille dubbi di non farcela e i grandi problemi economici, le attività hanno deciso comunque di riaprire, le persone hanno ricominciato a vivere, a fare progetti... segnali di ripresa si sono visti ovunque, ma nessuno riuscirà mai a dimenticare quei giorni e quel silenzio surreale che resterà impresso nel cuore di tutti, per sempre. 

In quel momento decise che non si sarebbe arreso. Perché per lui tirare giù quella serranda sul suo negozio in maniera definitiva equivaleva a chiuderla su se stesso. Significava morire prima del tempo. 

 

 

Questo libro mi ha commossa profondamente ad ogni pagina e, anche se ripercorrere con la mente quei giorni di quasi un anno fa è stato molto difficile, soprattutto se si pensa al fatto che ancora non ne siamo usciti del tutto, penso che sia un libro che va letto. È importante, secondo me, avere una raccolta di testimonianze vere, come questa, nella propria libreria per far comprendere anche alle generazioni future i sacrifici che sono stati fatti e per tenere sempre vivo il ricordo di chi ha rischiato o, addirittura, perso la vita per aiutare gli altri.

 



Bene lettori, anche questa recensione è giunta al termine. Vi ricordo che, se volete, potete lasciarmi un vostro pensiero o parere nei commenti. Grazie comunque per aver dedicato del tempo alla lettura di questo mio articolo. Un ringraziamento speciale va all'autrice Martina Vaggi, che mi ha dato la possibilità di conoscere e leggere questa sua raccolta. ❤

 

giovedì 7 gennaio 2021

SEGNALAZIONE - "Perhaps Love" di Bluebird


Ciao a tutti lettori, oggi sono qui per segnalarvi il romanzo "Perhaps Love" di Bluebird
Si tratta di un music romance, primo della Sky Series costituita da 5 libri, tutti autoconclusivi ma legati tra loro.

👉 Vi lascio di seguito la TRAMA:

Bee Anderson non si aspetta niente dalla vita. A ventidue anni è indurita dal tempo e dal poco amore ricevuto dalla madre.
Ha solo i suoi amici James e Anne su cui poter contare: gli unici che possa chiamare famiglia.
Liverpool le sta stretta e come ogni prigioniero che si abitua alla sua condizione, Bee non vede alcun futuro se non quello di trascinarsi in modo ripetitivo, giorno dopo giorno.

A Lee HyunMin la vita ha regalato un talento immenso, portandolo a diventare il leader degli SG5: la più famosa band di kpop. L’impegno e il dolore lo hanno fortificato, ma essere un idol comporta rinunce. La sua intera esistenza è sotto i riflettori, senza mai poter lasciarsi andare.
Senza aver mai vissuto come un comune ragazzo di ventisette anni.

Un incontro casuale.
Una notte che sembra un sogno e loro soltanto due giovani ragazzi.
Come tutti i bei sogni anche quella notte finirà, ma il destino li farà incontrare ancora, otto mesi dopo a Seoul, in Corea.

C’è un disegno invisibile, una forza che li ha spinti a cercarsi tra miliardi di persone. Un sentimento capace di spazzare via incertezze e ostacoli.
Delicato e fragile come le ali di una farfalla.
Potente e tumultuoso come uragano.
Oltre i riflettori, oltre la paura di perdersi, oltre le parole non dette.

È proprio quando tutto sembra perfetto, che la vita pone di nuovo Bee davanti ad una scelta: l’unica che non avrebbe mai voluto fare. Perché l’amore per Hyun-Min è più forte di qualsiasi cosa e la felicità del ragazzo che ama, più importante di tutto.

Dalla fredda e nebbiosa Inghilterra fino alla moderna e colorata Corea, una storia al ritmo del kpop, un viaggio alla ricerca di se stessi.

Per spogliarsi delle proprie maschere.
Per imparare a sorridere.
Per imparare ad amare.

❓ Vi ispira questa storia? Avete mai letto dei music romance? 
Fatemelo sapere nei commenti. 
Grazie, come sempre, per il supporto ❤️
A presto 😘

mercoledì 6 gennaio 2021

Recensione libro "Io sono una famiglia - Il gabbiano" di Liz Chester Brown


 "Voglio essere libero. E, per raggiungere questo stato di grazia, l'unica cosa possibile è: volare!"

TRAMA: Sullo sfondo di una Liguria arroccata tra cielo e mare, le vicende di Arianna, dall'infanzia all'età matura, raccontate con sereno distacco e un pizzico di ironia. Un dramma familiare moderno che, con la leggerezza di un battito d'ali, non volge mai in tragedia grazie all'incrollabile forza dell'amore. La protagonista, nata e cresciuta senza l'amore materno, riuscirà infatti a uscire dal suo labirinto tirando fuori tutta l'energia positiva e costruttiva trasmessale dal padre e tenuta soffocata dalla malattia della madre. Un vibrante racconto che rimanda, per analogie di contenuto e di impalcatura narrativa, al Notturno op. 48 n. 1 di Fryderyk Chopin.

RECENSIONE: Romanzo di formazione e saga familiare: sono questi i due generi che, a parer mio, racchiudono e descrivono al meglio le caratteristiche di questo romanzo. In queste pagine si parla, infatti, della vita di Arianna, dalla sua infanzia fino all'età adulta, ma al centro del racconto c' è anche la sua famiglia che sarà, per lei, allo stesso tempo salvezza e condanna. 
Fin dalle prime pagine si comprende come, in realtà, la vita di questa donna non sia stata affatto semplice: nelle primissime pagine si descrive, infatti, lo stato d'animo di Arianna, che si trova ormai alla fine di un percorso fatto di ricordi, rimpianti e sedute di psicoanalisi.

Ciò che avvertì fu la medesima sensazione di quando uno si risveglia al mattino dopo un lungo sonno ristoratore e pensa che "oggi è un altro giorno". Nuovo, diverso. Per sempre.

 Ma andiamo con ordine.

Il romanzo, scritto in terza persona da un narratore onnisciente, è diviso in due parti.
Nella prima metà del libro si racconta della nascita di Arianna e si descrive la reazione che suoi genitori hanno avuto in questo evento. Mentre, infatti, il padre di Arianna, Francesco, si dimostra fin da subito affettuoso e amorevole nei confronti della piccola, la madre, Ada, reagisce in un modo del tutto particolare, dimostrandosi anaffettiva e poco propensa all'amore, adottando un comportamento quasi innaturale per una madre. 

"Nei giorni seguenti Ada si rifiutò di dare il latte alla figlioletta e si chiuse in un mutismo allarmante. Le suore erano esterrefatte da un simile comportamento, mai in vita loro avevano visto una cosa del genere: una mamma che rifiuta la propria creatura".

 Questa prima parte poi, si sviluppa in una serie di flashback in cui si racconta del primo incontro tra Ada e Francesco, si parla delle loro rispettive famiglie di provenienza, della nascita di Ginevra, ossia la sorella maggiore di Arianna, e della venuta al mondo di Emanuele, il figlio maschio tanto sospirato da Ada. Dalla descrizione degli ambienti familiari in cui Ada e Francesco sono cresciuti, si comprendono immediatamente le differenze sostanziali, dal punto di vista caratteriale e comportamentale, tra i due. Mentre Francesco è cresciuto in una famiglia fondata su sani principi, piena di amore e di dedizione verso i figli e intellettualmente aperta alla cultura,alla musica e a qualsiasi altra forma di arte, Ada proviene da una delle più classiche e rigide famiglie patriarcali, nella quale amore ed affetto sono stati sempre assenti e dove tutto gira intorno agli interessi economici ed al benestare. 


Francesco e sua sorella maggiore Lisetta nacquero quindi nel piccolo borgo marinaro di Bogliasco [...]. "Essere signori non vuol dire essere ricchi", li educava la madre, "significa saper stare a proprio agio con ogni genere di persona: dalla più semplice alla più raffinata, dall'ignorante all'intellettuale". 

 "Lei, Ada, era cresciuta con un padre molto severo e una madre prepotente: due caratteri forti che avevano educato i figli alla sottomissione e alla cieca obbedienza". 


La famiglia di Ada è fatta di apparenza e tutti i suoi componenti sembrano privi di qualsiasi tipo di sentimento, al punto tale che arrivano a rinchiudere in una stanza il loro ultimo figlio, Angelino, il quale, forse proprio a causa di un' infanzia priva di amore e delle continue liti tra i genitori, risulta essere affetto da problemi psichiatrici, che lo portano ad assumere,talvolta, comportamenti violenti. Angelino è una vergogna per i suoi genitori, i quali, invece di curarlo, decidono di nasconderlo agli occhi della società, solo in apparenza bella, ricca e perfetta di cui fanno orgogliosamente parte. 


"Il povero Angelino temeva la sorella e gli toccava subire i suoi metodi coercitivi quando l'aiutava a fare i compiti. [...] Nessuno in casa Duella si preoccupò mai di andare a fondo, alla radice dei problemi che fin da piccolo avevano minato la mente di Angelino. Quando finalmente fu chiamato un medico e venne fatta una diagnosi preoccupante ma definitiva, Angelino divenne il baluardo della loro cristiana sofferenza".
L'unica luce nella vita di Arianna, dei suoi fratelli e di Angelino stesso è Francesco, padre amorevole che, una volta compresa la malattia della moglie, e dei problemi della famiglia di origine della stessa, decide di restare, di sopportare i soprusi e le continue scenate di Ada e cerca in tutti i modi di non far mancare nulla ai suoi figli, di difenderli il più possibile da quella madre, spesso anche violenta,  e soprattutto si impegna affinché loro non risentano dell'enorme vuoto provocato dalla mancanza dell'amore materno. 

"Piano piano iniziò a capire che sua moglie portava dentro un mare di sofferenza che le condizionava la vita, il suo modo di essere, di comportarsi. E, sposandola, si era impigliato in una rete dalla quale era ormai difficile liberarsi".

 


Arianna, dalle spiccate doti artistiche, sarà quella che più di tutti si scontrerà con la madre e si affezionerà al padre ed a sua zia, Lisetta, che insieme ai nonni paterni, diventeranno i suoi punti di riferimento, nonché la sua vera famiglia. Quando è con loro, Arianna si sente finalmente a casa e riceve tutto l'amore e il sostegno di cui ha bisogno, tuttavia non riesce a liberarsi dalle prepotenze della madre.

"Poi c'erano i sabati mattina, quando arrivava il padre: Arianna raggiungeva il massimo della felicità! Dimenticava di avere la madre che aveva e si perdeva nell'illusione che quella fosse la sua famiglia: la nonna, il padre e i tre cugini di Ruta!".

 La seconda parte inizia con in matrimonio di Arianna,ma il suo incubo non finisce... Costretta a rinunciare ai suoi sogni, Arianna si annullerà completamente e cercherà, insieme ai suoi tre figli, di resistere ad una vita piatta e priva di senso, fino al giorno in cui l'incontro con un altro uomo le aprirà gli occhi e la donna deciderà, immediatamente dopo quell'incontro, di cambiare totalmente la sua vita. 

Arianna deciderà così di affrontare  i suoi demoni e di riprendere in mano la sua esistenza. 

"Claudio l'aiutò a recuperare la sua voglia di sapere e lei riprese piano piano interesse per l'arte, la filosofia, la scienza: un mondo che aveva dimenticato ma che in un tempo remoto aveva amato tanto".

 

La lettura di questo libro è stata molto lenta per me; nonostante infatti il testo sia scritto bene e scorrevole, sono stati i temi trattati a richiedere del tempo per essere assimilati. Una madre che non accetta i suoi figli, che arriva a picchiarli per delle sciocchezze e che denigra il marito solo perché egli non guadagna abbastanza... Si fa fatica a rendersi conto che queste cose sono reali, che sono accadute e continuano ad  accadere intorno a noi. 
Questo libro fa riflettere anche sul ruolo della famiglia e sull'importanza che ha l'amore dei genitori nell'educazione dei figli: i bambini non amati saranno dei genitori che non sanno amare, ma non per cattiveria, semplicemente perché non conoscono l'amore. E come si può trasmettere una cosa che non si conosce? Figura chiave del racconto è sicuramente il padre di Arianna, Francesco, dalla grande bontà d'animo che rinuncia a tutta la sua vita esclusivamente per rendere felici i suoi figli e salvarli dall'aridità della madre. "Io sono una famiglia" è una storia che fa provare tante emozioni: dispiacere e rabbia, ma anche voglia di volare via lontano dalle cose che ci fanno star male... Come un gabbiano, che leggero, sorvola l'azzurro del mare dall'alto, e non si sofferma, non si preoccupa dei mali che affliggono la terra e gli uomini che la abitano. Una storia che vale la pena di essere letta.




Bene lettori, anche questa recensione è giunta al termine. Se siete arrivati a leggere fin qui, vi ringrazio per la pazienza e spero che il mio pensiero su questo libro abbia suscitato in voi almeno un pò di curiosità. 
Se vi va, fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate.

In ultima battuta ringrazio l'autrice per avermi dato la possibilità di leggere la sua opera. 

sabato 2 gennaio 2021

SEGNALAZIONE - "Il vestito rosso" di Imelda Zeqiri


TRAMA: 
"Gli uomini in stato di veglia hanno un solo mondo che è loro comune. Nel sonno, ognuno ritorna a un suo proprio mondo particolare" scriveva il filosofo Eraclito di Efeso.
Ogni viaggio, reale o virtuale, inizia con un punto di partenza ma senza presunzione alcuna di conoscere la meta finale. Attraverso un'esplorazione profonda della protagonista Jane, inglese di nascita e fiorentina di adozione, il lettore navigherà tra gli spazi reconditi dell'anima e della mente, senza tralasciare la materia, oggetto di incanto e di allucinazione.
Tra le valli amorose, l'illusione e la passione, compaiono anche le ombre di alcuni uomini, posizionati sulla scia direzionale opposta a quella dell'eroe. Chi salverà Jane e il suo vestito rosso? Un viaggio nel tempo alla scoperta di chi vive abbandonato tra gli inganni della materia e chi si rifugia ermeticamente nei sogni per isolarsi dalla solitudine dell'abbandono.

ESTRATTO: 
“Eravamo attraversati da una crisi indiscutibile di valori ed emozioni, un’umanità che andava perdendo il senso del vivere e del gestire dignitosamente la propria vita. Si assisteva ad una mutazione dell’io, al suo disintegrarsi, imprigionati negli schemi così rigidi di una società che avanzava senza tener conto della fragilità umana”.

Ciao lettori! Oggi voglio segnalarvi questo romanzo che a me ha incuriosito tantissimo, soprattutto per l'ambientazione: Firenze. È una città che adoro e che mi è rimasta nel cuore. E a voi? Vi ispira la trama? Se volete fatemelo sapere nei commenti!  
A presto! ❤️

RECENSIONE LIBRO "Una single in fuga" di Beatrix Pezzati

"Avete presente quel tipo di ragazza che ha successo nella vita, è vincente nel lavoro e fortunata in amore? Beh, quella no...