mercoledì 6 gennaio 2021

Recensione libro "Io sono una famiglia - Il gabbiano" di Liz Chester Brown


 "Voglio essere libero. E, per raggiungere questo stato di grazia, l'unica cosa possibile è: volare!"

TRAMA: Sullo sfondo di una Liguria arroccata tra cielo e mare, le vicende di Arianna, dall'infanzia all'età matura, raccontate con sereno distacco e un pizzico di ironia. Un dramma familiare moderno che, con la leggerezza di un battito d'ali, non volge mai in tragedia grazie all'incrollabile forza dell'amore. La protagonista, nata e cresciuta senza l'amore materno, riuscirà infatti a uscire dal suo labirinto tirando fuori tutta l'energia positiva e costruttiva trasmessale dal padre e tenuta soffocata dalla malattia della madre. Un vibrante racconto che rimanda, per analogie di contenuto e di impalcatura narrativa, al Notturno op. 48 n. 1 di Fryderyk Chopin.

RECENSIONE: Romanzo di formazione e saga familiare: sono questi i due generi che, a parer mio, racchiudono e descrivono al meglio le caratteristiche di questo romanzo. In queste pagine si parla, infatti, della vita di Arianna, dalla sua infanzia fino all'età adulta, ma al centro del racconto c' è anche la sua famiglia che sarà, per lei, allo stesso tempo salvezza e condanna. 
Fin dalle prime pagine si comprende come, in realtà, la vita di questa donna non sia stata affatto semplice: nelle primissime pagine si descrive, infatti, lo stato d'animo di Arianna, che si trova ormai alla fine di un percorso fatto di ricordi, rimpianti e sedute di psicoanalisi.

Ciò che avvertì fu la medesima sensazione di quando uno si risveglia al mattino dopo un lungo sonno ristoratore e pensa che "oggi è un altro giorno". Nuovo, diverso. Per sempre.

 Ma andiamo con ordine.

Il romanzo, scritto in terza persona da un narratore onnisciente, è diviso in due parti.
Nella prima metà del libro si racconta della nascita di Arianna e si descrive la reazione che suoi genitori hanno avuto in questo evento. Mentre, infatti, il padre di Arianna, Francesco, si dimostra fin da subito affettuoso e amorevole nei confronti della piccola, la madre, Ada, reagisce in un modo del tutto particolare, dimostrandosi anaffettiva e poco propensa all'amore, adottando un comportamento quasi innaturale per una madre. 

"Nei giorni seguenti Ada si rifiutò di dare il latte alla figlioletta e si chiuse in un mutismo allarmante. Le suore erano esterrefatte da un simile comportamento, mai in vita loro avevano visto una cosa del genere: una mamma che rifiuta la propria creatura".

 Questa prima parte poi, si sviluppa in una serie di flashback in cui si racconta del primo incontro tra Ada e Francesco, si parla delle loro rispettive famiglie di provenienza, della nascita di Ginevra, ossia la sorella maggiore di Arianna, e della venuta al mondo di Emanuele, il figlio maschio tanto sospirato da Ada. Dalla descrizione degli ambienti familiari in cui Ada e Francesco sono cresciuti, si comprendono immediatamente le differenze sostanziali, dal punto di vista caratteriale e comportamentale, tra i due. Mentre Francesco è cresciuto in una famiglia fondata su sani principi, piena di amore e di dedizione verso i figli e intellettualmente aperta alla cultura,alla musica e a qualsiasi altra forma di arte, Ada proviene da una delle più classiche e rigide famiglie patriarcali, nella quale amore ed affetto sono stati sempre assenti e dove tutto gira intorno agli interessi economici ed al benestare. 


Francesco e sua sorella maggiore Lisetta nacquero quindi nel piccolo borgo marinaro di Bogliasco [...]. "Essere signori non vuol dire essere ricchi", li educava la madre, "significa saper stare a proprio agio con ogni genere di persona: dalla più semplice alla più raffinata, dall'ignorante all'intellettuale". 

 "Lei, Ada, era cresciuta con un padre molto severo e una madre prepotente: due caratteri forti che avevano educato i figli alla sottomissione e alla cieca obbedienza". 


La famiglia di Ada è fatta di apparenza e tutti i suoi componenti sembrano privi di qualsiasi tipo di sentimento, al punto tale che arrivano a rinchiudere in una stanza il loro ultimo figlio, Angelino, il quale, forse proprio a causa di un' infanzia priva di amore e delle continue liti tra i genitori, risulta essere affetto da problemi psichiatrici, che lo portano ad assumere,talvolta, comportamenti violenti. Angelino è una vergogna per i suoi genitori, i quali, invece di curarlo, decidono di nasconderlo agli occhi della società, solo in apparenza bella, ricca e perfetta di cui fanno orgogliosamente parte. 


"Il povero Angelino temeva la sorella e gli toccava subire i suoi metodi coercitivi quando l'aiutava a fare i compiti. [...] Nessuno in casa Duella si preoccupò mai di andare a fondo, alla radice dei problemi che fin da piccolo avevano minato la mente di Angelino. Quando finalmente fu chiamato un medico e venne fatta una diagnosi preoccupante ma definitiva, Angelino divenne il baluardo della loro cristiana sofferenza".
L'unica luce nella vita di Arianna, dei suoi fratelli e di Angelino stesso è Francesco, padre amorevole che, una volta compresa la malattia della moglie, e dei problemi della famiglia di origine della stessa, decide di restare, di sopportare i soprusi e le continue scenate di Ada e cerca in tutti i modi di non far mancare nulla ai suoi figli, di difenderli il più possibile da quella madre, spesso anche violenta,  e soprattutto si impegna affinché loro non risentano dell'enorme vuoto provocato dalla mancanza dell'amore materno. 

"Piano piano iniziò a capire che sua moglie portava dentro un mare di sofferenza che le condizionava la vita, il suo modo di essere, di comportarsi. E, sposandola, si era impigliato in una rete dalla quale era ormai difficile liberarsi".

 


Arianna, dalle spiccate doti artistiche, sarà quella che più di tutti si scontrerà con la madre e si affezionerà al padre ed a sua zia, Lisetta, che insieme ai nonni paterni, diventeranno i suoi punti di riferimento, nonché la sua vera famiglia. Quando è con loro, Arianna si sente finalmente a casa e riceve tutto l'amore e il sostegno di cui ha bisogno, tuttavia non riesce a liberarsi dalle prepotenze della madre.

"Poi c'erano i sabati mattina, quando arrivava il padre: Arianna raggiungeva il massimo della felicità! Dimenticava di avere la madre che aveva e si perdeva nell'illusione che quella fosse la sua famiglia: la nonna, il padre e i tre cugini di Ruta!".

 La seconda parte inizia con in matrimonio di Arianna,ma il suo incubo non finisce... Costretta a rinunciare ai suoi sogni, Arianna si annullerà completamente e cercherà, insieme ai suoi tre figli, di resistere ad una vita piatta e priva di senso, fino al giorno in cui l'incontro con un altro uomo le aprirà gli occhi e la donna deciderà, immediatamente dopo quell'incontro, di cambiare totalmente la sua vita. 

Arianna deciderà così di affrontare  i suoi demoni e di riprendere in mano la sua esistenza. 

"Claudio l'aiutò a recuperare la sua voglia di sapere e lei riprese piano piano interesse per l'arte, la filosofia, la scienza: un mondo che aveva dimenticato ma che in un tempo remoto aveva amato tanto".

 

La lettura di questo libro è stata molto lenta per me; nonostante infatti il testo sia scritto bene e scorrevole, sono stati i temi trattati a richiedere del tempo per essere assimilati. Una madre che non accetta i suoi figli, che arriva a picchiarli per delle sciocchezze e che denigra il marito solo perché egli non guadagna abbastanza... Si fa fatica a rendersi conto che queste cose sono reali, che sono accadute e continuano ad  accadere intorno a noi. 
Questo libro fa riflettere anche sul ruolo della famiglia e sull'importanza che ha l'amore dei genitori nell'educazione dei figli: i bambini non amati saranno dei genitori che non sanno amare, ma non per cattiveria, semplicemente perché non conoscono l'amore. E come si può trasmettere una cosa che non si conosce? Figura chiave del racconto è sicuramente il padre di Arianna, Francesco, dalla grande bontà d'animo che rinuncia a tutta la sua vita esclusivamente per rendere felici i suoi figli e salvarli dall'aridità della madre. "Io sono una famiglia" è una storia che fa provare tante emozioni: dispiacere e rabbia, ma anche voglia di volare via lontano dalle cose che ci fanno star male... Come un gabbiano, che leggero, sorvola l'azzurro del mare dall'alto, e non si sofferma, non si preoccupa dei mali che affliggono la terra e gli uomini che la abitano. Una storia che vale la pena di essere letta.




Bene lettori, anche questa recensione è giunta al termine. Se siete arrivati a leggere fin qui, vi ringrazio per la pazienza e spero che il mio pensiero su questo libro abbia suscitato in voi almeno un pò di curiosità. 
Se vi va, fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate.

In ultima battuta ringrazio l'autrice per avermi dato la possibilità di leggere la sua opera. 

2 commenti:

  1. Sembra un libro molto potente quindi lo metto subito in Wish list. Sono argomenti molto pesanti però è sempre bene parlarne!

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    1. E' un libro che fa riflettere molto sugli affetti familiari e sull'importanza di ricevere amore, soprattutto quando si è molto piccoli.

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